Spesso si può osservare come, con la nascita e la creazione di nuove piste ciclabili e zone ciclo pedonali, si crei una certa indignazione dei commercianti locali. Ma perché suscitano queste reazioni?
Abbiamo deciso di raccontarvi quanto la bici sia importante per l’economia e il commercio di quartiere, in controtendenza ai luoghi comuni. Vi riportiamo un’ottima descrizione di Paolo Pinzuti, editore di Bike Italia.
Provate a immaginare: siete in bicicletta e pedalate sicuri, senza dover prestare troppa attenzione a portiere spalancate all’improvviso, senza auto parcheggiate in doppia fila che vi costringono a slalom spericolati, senza il rischio di qualche sprovveduto conducente che decide di tagliarvi la strada per svoltare a destra senza guardare dallo specchietto… state pedalando serenamente, dicevamo, al vostro ritmo, senza sudare, a una velocità di 15-18 km/h e vi accorgete che il vostro negozio di (per esempio) teiere preferito ha esposto il cartello “saldi”. La vostra reazione è immediata: vi spostate a destra, frenate, tornate indietro di qualche metro e vi fermate a guardare la vetrina dove scoprite che il modello che desiderate da sempre è scontato del 50%. Ci pensate su mentre vi guardate intorno e cercate una rastrelliera/palo per legare la vostra bici e in men che non si dica state per entrare nel negozio per toccare con mano l’oggetto del vostro desiderio.
Continuiamo con l’immaginazione e cambiamo scenario: siete in macchina, il traffico è fluido (stiamo immaginando, no? e allora immaginiamo!), poiché siete rispettosi dei limiti, state viaggiando ad una velocità di 50 km/h e guardate dritti di fronte a voi, a questo punto possono succedere due cose:
ipotesi 1: siete talmente concentrati sulla guida che vi dimenticate che state passando davanti al vostro negozio preferito e quindi non vi accorgete che sono iniziati dei saldi fuori stagione. (risultato, il negozio ha perso un potenziale cliente)
ipotesi 2: siete concentrati sulla guida, ma vi ricordate che lì c’è il vostro negozio preferito e lanciate un’occhiata veloce, sufficiente per intravedere il cartello con scritto SALDI e reagite immediatamente. Freccia a destra, uno sguardo agli specchietti retrovisori e accostate un attimo per valutare se c’è un posto dove lasciare l’auto. Prevedibilmente tutti i posti auto di fronte al negozio sono già occupati e fate mente locale per cercare di individuare un parcheggio nella zona. Procedete a passo d’uomo per qualche centinaio di metri alla ricerca di un parcheggio, ma niente, tutto pieno, allora iniziate a fare il giro dell’isolato, ma anche lì, di parcheggi liberi, neanche l’ombra. A questo punto dovete decidere se vale la pena continuare a insistere per trovare un posto per lasciare l’auto solamente per dare un’occhiata alla vetrina, oppure lasciare perdere e rimandare l’acquisto a un altro momento. Ecco la scrematura: solo gli automobilisti più ostinati potranno trasformarsi in reali clienti per il negozio che vende teiere, gli altri effettueranno l’acquisto in un centro commerciale dove potranno godere di tutti i posti auto di cui abbisognano oppure online.
Ora vi starete chiedendo: “e quindi?”
E quindi è l’esempio perfetto per capire come la mobilità lenta sia un buon metodo per incentivare gli acquisti. Lo hanno capito anche i centri commerciali, che utilizzano lo stesso modello per lasciar passeggiare tranquille le persone, visitando i negozi e incrementando le vendite.
Ora i più decisi avanzeranno un’obiezione: “Chi va in bici ha una minore capacità di carico e quindi acquisterà meno!”. Un’indagine svolta della città di Portland (https://www.bloomberg.com/citylab) mostra come pedoni e ciclisti acquistino di più nei negozi di quartiere, generando impatto economico e sociale, oltre ovviamente alla riduzione di CO2 derivante dall’uso della bici.
Senza dover entrare nel merito dei dati, è facile immaginare che una persona che utilizza meno la macchina, a parità di stipendio, abbia più denaro da poter utilizzare in negozi, ristoranti e bar, rispetto a un automobilista.
Il rapporto ECF sull’impatto della bicicletta a livello europeo ci fornisce altre informazioni: più di 100 miliardi risparmiati (riduzione della mortalità, incremento dell’attività fisica, diminuzione dell’inquinamento nell’aria) e circa 25 miliardi in contrasto alla congestione del traffico. L’economia derivante dalla bicicletta crea occupazione per 650.000 lavoratori: un numero davvero interessante.
Quindi, a conti fatti, sembrerebbe proprio che il ciclista che si ferma per comprare le teiere non faccia poi così male all’economia locale. Semplicemente, i luoghi comuni talvolta sono più forti dei numeri!